Anche quest’anno immarcescibile, rituale, con lustrini ed orpelli, puntuale come una cambiale, torna il Festival di Sanremo. La sfilata di canzonette serve da sfondo al solito gossip che è l’elemento primario, intorno al quale si muove l’ingranaggio tritattutto di musica, soldi, tv. In quest’edizione la polemica clou è la contestazione dell’Arcigay al cantante Povia. Ritengo un grosso errore fare pubblicità al canterino Oh! Oh!, che con un testo ridicolo vorrebbe indicare la via della conversione da omosex ad etero. Nessun gay si può sentire davvero, offeso da una canzonetta dal contenuto risibile, grottesco e soprattutto “bigotto”. Se alzerete un polverone di proteste, farete il suo gioco. A mio parere la strada giusta è ignorare con indifferente superiorità la performance del “pio cantante”, al massimo trattare l’episodio con fine sarcasmo e siderale noncuranza. Non c’è peggiore stizza di quella che si provoca con un ” ma chi sei? “, “ma chi ti conosce?”. Amici dell’Arcigay spero abbiate di meglio da fare, che dare risonanza ad un signor nessuno?