Leggo sulla Repubblica del 3 maggio, proposte, auspici, ipotesi, colti qua e là, come fior da fiore. Si dice no al gay-pride ” ostentazione fastidiosissima”, (meditate omosex conservatori e reazionari, meditate), no alle puttane sulle strade,(le disgraziate, si prostituiscano a casa loro), manuali di storia liberalizzati, ovvero la STORIA, non la struttura di un’ auto, con guida a destra oppure a sinistra. Quest’ultima versione in pochi e limitati esemplari. E dulcis in fundo il canto dell’inno nazionale in classe, almeno una volta a settimana. Ci hanno risparmiato il saluto romano, forse era pretendere troppo. Ma a Dio, Patria, Famiglia non si sfugge. Per non farmi cadere le braccia e rialzare l’umore, invio un bacio nostalgico e una carezza a due grandi musicisti e chansonnier: Jacques Brel e Giorgio Gaber. Brel cantautore franco-belga, forse non conosciutissimo dai giovani, è stato un gigante della canzone anticonformista, provocatore anti-borghese, amato, tradotto, imitato dalle generazioni posteriori a lui. Per Giorgio Gaber, non c’è bisogno di presentazione, ma solo dire che ha rimaneggiato e cantato una delle più note e dissacranti canzoni di Brel. Eccola, ma solo il ritornello, nella doppia versione originale e gaberiana. Un bacio e una carezza nostalgica e consolatoria. Ci mancate, davvero tanto. – Le Bourgeois –
Le bourgeois c’est comme le cochons – I borghesi sono come i maiali
plus ça devient vieux – et plus ça devient bete – più sono vecchi più divengon bestie
le bourgeois c’est come le cochons – i borghesi sono come i maiali
plus ça devient vieux plus – più diventano vecchi
ça devient co.. – più diventano coglion..
Versione Gaber:
I borghesi son tutti dei porci
più sono grassi più sono lerci,
più son lerci e più c’ hanno i milioni
i borghesi son tutti c…….