Archive for the ‘Gay’ Category

Un bacio nostalgico e una carezza..

Maggio 3, 2008

Leggo sulla Repubblica del 3 maggio, proposte, auspici, ipotesi, colti qua e là, come fior da fiore. Si dice no al gay-pride ” ostentazione fastidiosissima”, (meditate omosex conservatori e reazionari, meditate), no alle puttane sulle strade,(le disgraziate, si prostituiscano a casa loro), manuali di storia liberalizzati, ovvero la STORIA, non la struttura di un’ auto, con guida a destra oppure a sinistra. Quest’ultima versione in pochi e limitati esemplari. E dulcis in fundo il canto dell’inno nazionale in classe, almeno una volta a settimana. Ci hanno risparmiato il saluto romano, forse era pretendere troppo. Ma a Dio, Patria, Famiglia non si sfugge. Per non farmi cadere le braccia e rialzare l’umore, invio un bacio nostalgico e una carezza a due grandi musicisti e chansonnier: Jacques Brel e Giorgio Gaber. Brel cantautore franco-belga, forse non conosciutissimo dai giovani, è stato un gigante della canzone anticonformista, provocatore anti-borghese, amato, tradotto, imitato dalle generazioni posteriori a lui. Per Giorgio Gaber, non c’è bisogno di presentazione, ma solo dire che ha rimaneggiato e cantato una delle più note e dissacranti canzoni di Brel. Eccola, ma solo il ritornello, nella doppia versione originale e gaberiana. Un bacio e una carezza nostalgica e consolatoria. Ci mancate, davvero tanto. – Le Bourgeois –

Le bourgeois c’est comme le cochons – I borghesi sono come i maiali

plus ça devient vieux – et plus ça devient bete – più sono vecchi più divengon bestie

le bourgeois c’est come le cochons – i borghesi sono come i maiali

plus ça devient vieux plus – più diventano vecchi

ça devient co.. – più diventano coglion..

Versione Gaber:

I borghesi son tutti dei porci

più sono grassi più sono lerci,

più son lerci e più c’ hanno i milioni

i borghesi son tutti c…….

Si fa ma non si dice

aprile 30, 2008

Tutto si può dire su Vittorio Sgarbi, ma non, che non sia competente e intelligente. Il fatto riportato dalla Repubblica di oggi 30 aprile è questo: ” L’assessore alla cultura cambia nome ad una rassegna teatrale a tema omosessuale, per avere il patrocinio del comune. Lo stesso Sgarbi afferma di aver usato un escamotage per togliere ogni riferimento gay ed evitare uno scontro che avrebbe bloccato la delibera.” Ora la rassegna si chiamerà: “Liberi amori possibili-rassegna di teatro della diversità”; invece di “Rassegna di teatro omosessuale”. Che dire? La notizia si commenta da sé. Anche perché non accade ad un qualsiasi borgo della più bigotta provincia. Milano si è appena aggiudicata l’Expò, è la città della moda, dove i più noti stilisti non fanno mistero della loro condizione di gay. Parigi ha un sindaco omosessuale stimato dai suoi concittadini. Nella maggior parte d’Europa, gli omosessuali o si sposano o convivono legalmente con tutti i connessi diritti. Tutto ciò mi ricorda un ritornello , in auge nel  ventennio ” Si fa, ma non si dice”. Mia nonna già sbuffava. Mia madre, nemica di ogni ipocrisia mal lo sopportava. Per me, non più di tanto basita, è la conferma che l’onda grigia sale e a piegare la testa si rischia di affogare.

Un amoroso,struggente ricordo….

aprile 23, 2008

Sarà per nostalgia, o per scordare la mediocrità, o per non sentire lo strepito di giubilanti babbei, ma oggi volgo un amoroso, struggente pensiero a Pier Paolo Pasolini. Lo ricordo con una poesia dardeggiante di eros e di malinconia. Una poesia, a me molto cara, che mi suggerisce di iniziare un discorso a” …rate” su erotismo, cinema e letteratura. Da ” LE CENERI DI GRAMSCI”:

Shelley…Come capisco il vortice

dei sentimenti, il capriccio (greco

nel cuore del patrizio, nordico

villeggiante) che lo inghiottì nel cieco

celeste del Tirreno; la carnale

gioia dell’avventura,estetica

e puerile:mentre prostrata l’Italia

come dentro il ventre di un’enorme

cicala, spalanca bianchi litorali,

sparsi nel Lazio di velate torme

di pini, barocchi,di giallognole

radure di ruchetta, dove dorme

col membro gonfio tra gli stracci un sogno

goethiano, il giovincello ciociaro…

Nella Maremma, scuri, di stupende fogne

d’erbasaetta in cui si stampa chiaro

il nocciòlo, pei viottoli che il buttero

della sua gioventù ricolma ignaro.

Una necessaria solidarietà

aprile 21, 2008

Energumeni, teppisti, teste rasate o decerebrate, che poi è lo stesso, hanno, nei giorni scorsi, devastato il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Il fatto per quanto stigmatizzato, non ha avuto un’ eccessiva eco dai media, e ciò mi induce a parlarne. Non so se i bravacci-fecciaioli hanno agito per odio verso i gay, per esibizionismo di “maschia virilità, o per furore ideologico. So di certo però, che le loro azioni non vanno ascritte ad una sindrome di violenza psico-patologica. Troppo comodo! I giovani SS coltivavano fiori, ascoltavano Beethoven, accarezzavano i cani e a colpi di stivali e frusta , stipavano i vagoni piombati verso le camere a gas. I ragazzotti” nazi-fasci de noartri”, picchiatori all’amatriciana,vigliacchetti da soli, vandali in branco, sbatteranno il grugno sulla “Storia”, che se presenta elementi del passato, lo fa in forma di farsa. Farsa che può mettere i brividi e sudori di sana paura. Eppure la Storia , per quante regressioni ricorsive presenti, va sempre avanti. E ugualmente la Scienza in barba ad ogni divieto oscurantista. Da parte mia una necessaria, più che doverosa, affettuosa solidarietà. ” A chi discende nello stesso fiume, sopraggiungono acque sempre nuove.” ERACLITO 12 Diels-Kranz

Dichiarazione d’amore del 28 marzo

marzo 28, 2008

Caro W.H., ecco il mio amore srotolato ai tuoi piedi. Tu caro Auden sei stato mio complice e amante di penna , quando il tormento della passione non mi dava tregua. Anch’io vessata dagli strali di Eros mi torcevo per l’oggetto amato e trovavo in te sponda e balsamo. Quando morirò, chi più amavo leggerà i tuoi versi, in mia memoria. Versi sublimi che ora ricorderò agli smemorati e a tutti coloro che non ti conoscono. Un bacio, dolce principe.

BLUES IN MEMORIA

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono

fate tacere il cane con un osso succulento

chiudete il pianoforte, e tra un rullio smorzato

portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani lamentosi lassù

e scrivano sul cielo il messaggio Lui è Morto

allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,

i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest

la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,

il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;

pensavo che l’amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servono più le stelle:spegnetele anche tutte;

imballate la luna, smontate pure il sole;

svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco;

perché ormai più nulla può giovare.

(Traduzione di GilbertoForti)

P.S: Verbigrazia, si rassegnino i bacchettoni W.H.Auden era uno stupendo, inarrivabile poeta gay.