Archive for giugno 2008

A presto

giugno 29, 2008

Mentre il Belpaese diventa sempre più Paese dei Campanelli, la destra trionfante tira dritto nel suo percorso di intransigenza verso i deboli e di indulgenza verso i potenti. Nel frattempo la sinistra litiga e fa dichiarazione d’intenti, organizza incontri e convegni, ma non costruisce una seria, dura opposizione. “Le grandes horizontales” come genialmente le ha ricordate Natalia Aspesi, più burinamente dette “mignotte”(senza offesa, please), sgomitano per conquistare scritture e favori presso le corti di sultani e di pascià. Intanto le povertà aumentano, i prezzi vanno alle stelle e l’economia è in stallo. I cittadini preoccupati e annichiliti sembrano sotto effetto ” cloroformio”. Anche noi siamo un’ po provati e quindi, per qualche giorno il blog si assenta. Una piccola vacanza per ritemprare mente e corpo.  Un affettuoso ciao e a presto.

Alexandra

giugno 29, 2008

Film consigliato esclusivamente ai cinefili duri e puri. Per tutti coloro che amano l’evasione, l’azione, lo spensierato divertimento è preferibile optare per altre sale cinematografiche. Parliamo di “Alexandra” del regista russo Sokurov, autore di culto di opere come:”L’arca russa”, “Madre e figlio”, “il sole” ecc. Siamo nel territorio della vera poesia, che ondeggia fra dune metafisiche e limpida semplicità. Un’anziana nonna intraprende un faticoso viaggio per raggiungere la Cecenia, dove il nipote ufficiale è in forza in un reggimento che, pare un avamposto spettrale. Il fronte è vicino, e i soldati si lasciano andare a mangiare i dolcetti che la vecchia, scontrosa ma compassionevole, regala loro. Quando la nonna si allontana per andare al mercato, scopre che tutte le donne del luogo, madri, sorelle, figlie, hanno un unico linguaggio, che lei stessa ben comprende e condivide. Quello della vita che, si contrappone alla guerra che è sinonimo di morte. In fondo i soldati sono solo giovani impauriti,gettati allo sbaraglio. E’ un film profondo, con accenti di universale pudore, asciutto e scevro da orpelli di propaganda. Film bellissimo contro la guerra che, pur nella diversità di stile, accomuna Sokurov a Kubrick. Grande interpretazione di Galina Vishhnevskaya, nei suoi gesti lineari e di trattenuto affetto,quasi il simbolo della “Grande madre Russia”. Per la cronaca,l’eccelsa attrice è la vedova di Rostropovich. Scusate se insisto, raccomandato solo per cinefili Doc.

La sindrome americana

giugno 29, 2008

Quello che si verificava molti anni fa negli Stati Uniti, oggi si realizza in Italia. Parlo della cosi detta “Sindrome americana” che consiste nella totale sfiducia della classe lavoratrice per il Partito Democratico. Storicamente il partito”dell’asinello”, pur nelle sue variegate componenti, ha rappresentato la sinistra USA. Dal New Deal, alle lotte per i diritti civili, gli esponenti “liberal”, si sono battuti per una politica di riforme sociali e di sostegno economico alle categorie più deboli. Il partito Repubblicano, al contrario, ha da sempre espresso posizioni conservatrici, che in taluni casi, si sono spinte verso l’ estrema destra. Ad un certo punto coloro che votavano democratico, (operai, impiegati governativi, terziario di basso e medio livello,ecc) hanno smesso di dare il loro consenso. Non solo, ma intere fasce di popolazione, come gli afro-americani non si sono neppure iscritti alle liste di voto. E’ accaduto questo paradosso, che intrighi, stoltezza,casi di corruzione, incapacità a comunicare con gli elettori hanno allontanato la” working class”che o ha smesso di recarsi alle urne o dato il voto ai repubblicani. Così i nuovi suffragi per l’asinello sono arrivati in massa dagli invisi intellettuali:docenti universitari, scrittori, registi, direi la creme dell’intellighenzia benestante e garantita, mentre i” salariati o disagiati col sussidio di povertà erano a tutti gli effetti esclusi. Si capisce immediatamente che la fetta di popolazione acculturata e decisamente “liberal” è irrisoria, rispetto alla gran massa, con scarsa o media istruzione. Oggi però, il fenomeno Barak Obama accende inusitate speranze, e in tutti gli Stati si assiste ad un risveglio come non accadeva dai tempi dei Kennedy. Affrontando le rogne di casa nostra, dobbiamo constatare che la “Sindrome americane” è sbarcata sui patrii lidi. Infatti la nostra sinistra moderata, ma anche radicale ha perso il contatto con il proprio elettorato di riferimento. Ha cessato di parlare il linguaggio semplice e diretto dei problemi primari:salari, sicurezza, garanzie per il lavoro, sostegno alle lavoratrici e ai pensionati indigenti. Le parole spese sono state vaghe e vane perché per renderle credibili occorreva scarpinare sul territorio, entrare fra la gente e sudarsi una fiducia per niente scontata. Qualcuno ha detto che la sinistra, nel suo insieme ha dato voce ai problemi degli ultimi come gli immigrati, ma ha scordato i penultimi.Ossia coloro che impauriti, non garantiti,distanti dai proclami velleitari di una “certa sinistra-intellettualina”, si sono sentiti abbandonati, ergo sono rimasti a casa o hanno votato destra. Si può rimediare a tanto disastro? Penso che occorra un bagno di umiltà, un processo di rigenerazione partendo dagli errori e molta lucidità e determinazione. Sicuramente sarà un lungo viaggio, ma per ora noto che si “litiga” anche per preparare le valigie.

Contro il fanatismo

giugno 27, 2008

Ho citato nel precedente post, Amos Oz, autore che ammiro appassionatamente. Voglio sagnalare un suo piccolo, prezioso libro, uscito qualche tempo fa e ora quanto mai attuale in questi tempi bui, all’insegna dell’intolleranza. Quando si pensa di prendere le impronte digitali ai “Bambini”, si finisce con un triangolo giallo cucito sul vestito. Scrive Amos Oz: “Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c’è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità…Il contrario di compromesso è fanatismo, morte.”

Da Contro il fanatismo- Amos Oz – Feltrinelli Editore — Traduzione Elena Loewenthal

Milanesiana

giugno 27, 2008

Inizia oggi a Milano, l’Evento culturale più prestigioso dell’anno. Direi l’Unico con connotazioni internazionali, che per ricchezza di temi e per presenze straordinarie, meriti il bollino dell’eccellenza. Si inaugura col premio Pulitzer, Richard Ford e con l’intervento del premio Nobel Sherin Ebadi, la nona edizione della Milanesiana, festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi. Quest’anno il tema conduttore è: ” I 4 elementi: aria, terra, acqua, fuoco”,e su questo fil rouge si alterneranno a discettare e a dialogare come in un cenacolo di”menti elette”, filosofi, scrittori, scienziati,musicisti, matematici, registi, intellettuali. Fino all’11 luglio, distribuiti in vari spazi, dal Teatro degli Arcimboldi, al Museo della scienza gli spettatori potranno assistere a 33 incontri, letture,spettacoli, concerti, proiezioni filmiche e artistiche. Qualche nome per segnalare il livello altissimo di questo incrocio di arte e di conoscenza: Amos Oz, Elie Wiesel, Giorgio Odifreddi, Ermanno Olmi, Alexander Sokurov,Teresa Salgueiro, Michael Nyman, Umberto Eco e molti altri di gran prestigio. Un plauso incondizionato alla Sgarbi che, mostra le sue doti di organizzatrice e di coordinatrice intelligente e sagacemente eclettica, fuori da “vecchi e triti moduli di far cultura”. Unico neo, a mio parere è la scelta temporale. Fine giugno coincide con l’inizio, seppur parziale dell’ esodo vacanziero. Inoltre i milanesi stressati dal lavoro e dalle prime feroci calure tendono a concedersi lunghi week-and fuori città. Perché non pensare di anticiparlo a fine maggio? Al successo garantito della manifestazione, si aggiungerebbe una maggiore e meno boccheggiante affluenza di pubblico.

Due film da dribblare…

giugno 26, 2008

E’ sempre poco carino parlare male di registi talentuosi che, partono per la tangente e fanno “confuse pizze indigeribili”. Così il visionario, genialoide Abel Ferrara, autore di culto di mitici film come “Il cattivo tenente” e “Fratelli”, questa volta cade in un raffazzonato pasticcio, con troppi ingredienti estemporanei, mezzi cotti e mezzi crudi. Resa finale: un indigeribile prodotto di scarto, rispetto alla sua fantasiosa creatività. Stiamo ovviamente parlando di ” Go go Tales”, passato fuori concorso a Cannes nel 2007. Asia Argento in una simulazione davvero penosa di trasgressione, slappa un rotweiller, Willem Dafoe, stralunato pare appena sbarcato da un lontano pianeta, Riccardo Scamarcio si affaccia sullo schermo per sbirciare sua moglie e poi svanisce. Nella filmografia di Ferrara ci sono film che meritano di essere rivisti, questo francamente lo eviterei. Altro film da dribblare è ” Savage grace”. In questo caso ci troviamo di fronte ad un giovane regista dal nobile pedigree. Infatti Tom Kalin è autore di video esposti al MoMa e al Centre Pompidou, nonché omosessuale dichiarato e militante. Sfortunatamente il soggetto scelto, famiglia disastrata, madre disinibita fino all’incesto,padre ricco e carogna è assemblato con buona volontà, ma produce noia e imbarazzo. Julienne Moore, fuori ruolo fa il possibile per essere credibile, anche se in alcune scene sfiora il ridicolo. Un vero peccato, questo flop. Aspettiamo Kalin alle prossime prove.

Evviva l’America

giugno 25, 2008

Un faccendiere italiano, amico di miliardari e di un ex-presidente, nonché boyfriend di una nota attrice, è in seri pasticci. I guai del giovanotto, trasferitosi da cinque anni a New York, sono di quelli che negli Stati Uniti mettono i brividi. L’affarista, millantando altolocati e ricchi “sponsor” è stato arrestato dell ‘Fbi. Il tribunale di Manhattan gli ha contestato 12 capi d’imputazione fra cui:associazione a delinquere finalizzata alla truffa, trasferimento illecito di danaro, riciclaggio ecc..Tali reati, se comprovati, prevedono un massimo di 225 anni di galera. Avete letto bene! 225 anni in una prigione di Stato. Oltre all’iperbolica cifra che suppongo abbia valenza simbolica, viene spontanea una considerazione. Tutti coloro che sono pregiudizialmente anti-americani, avranno motivi per rivedere i loro preconcetti. Il sistema statunitense può essere deprecabile perché, in taluni momenti della sua storia, si è mosso come imperialista, guerrafondaio, fastistoide. Ma la complessità della società USA, può mostrare aspetti antitetici all’assunto reazionario. L’America può essere ed è anche, terra delle opportunità, laboratorio di scienza e di ricerca, avanzato terreno di battaglie per i diritti civili, campione di veri “liberal”. Ora se nel Belpaese suolo di Gattopardi, regno di privilegi, di vecchi babbioni, attaccati al potere come cozze, di condoni e di leggi depenalizzanti i reati economico-fiscali, ci fosse un decimo del rigore delle leggi americane si urlerebbe al giustizialismo. Toccare gli interessi dei potenti è come compiere delitti di lesa maestà. Con sommo scandalo di tutti. Dai giornali, ai politici, dagli imprenditori “furbetti”, ai funzionari “mafiosetti”. Allora per una volta fatemi dire Evviva l’America.

Domandina pertinente affatto irrispettosa

giugno 25, 2008

Con tutto il rispetto, non so, se il Cardinal Marcinkus si possa considerare, un emulo di Cesare Borgia, detto il “Valentino”, so di certo che non era figlio di un papa. Sulla sua figura come responsabile dello Ior, si sono scatenate le illazioni più disparate e controverse. A suo tempo dichiarò: “La Chiesa non va avanti solo con le Ave Maria.” Al di là di ogni osservazione,( chi lo reputa beato e chi lo reputa una “truce eminenza grigia”) non si capisce, a prescindere dalle ultime polemiche, perché un efferato delinquente della Banda della Magliana, sia sepolto nella Basilica di Sant’Apollinare, al posto magari di un probo, devoto buon cattolico? Shakespeare diceva nell’Amleto:” C’è del marcio in Danimarca” ed io annuso ” puzza di marcio” in questa vicenda.

Ciao Fabrizia

giugno 24, 2008

Leggo con grande dispiacere della morte della scrittrice Fabrizia Remondino. L’improvviso decesso è avvenuto, mentre nuotava. Con fatica era riuscita a raggiungere la riva, ma i tentativi degli astanti di rianimarla sono stati vani. Forse si è trattato di un malore anticipatore di un infarto. Sono una pessima redattrice di “coccodrilli”, poi la sua fine mi ha colta come fulmine a ciel sereno. Amavo i suoi libri, la sua scrittura anti-retorica e contaminata, quel suo speciale modo di “costruire un linguaggio” e aggirarsi come in un gioco di specchi e antichi riti, fra storie napoletane, vicende d’esilio, grovigli famigliari. Sicuramente era una donna di immensa sensibilità, impegnata nella politica e nel sociale in senso “alto”. Una donna toccata dal dolore e dalla grazia di una creatività preziosa. Restano per me indimenticabili: “Storie di patio”, “Dadapolis”, “Terremoto con madre e figlia”. Ricordava, per il rapporto controverso di odio-amore per Napoli, Anna Maria Ortese. Questo non è un paese che, onora e celebra poeti, scrittori, artisti. La cultura non fa audiece. Il successo, la fama anche effimera arride, a veline, tronisti e lacchè. Ricordo ancora che al funerale della “grandissima Ortese”, vi erano cinque persone. Quanti in vita sono ignorati, sottovalutati o “invisibili”, a volte col tempo vengono rivalutati, e perfino canonizzati. Queste amare considerazioni si aggiungono al cordoglio per questa prematura scomparsa. Ciao Fabrizia. Nell’Olimpo degli scrittori, ti giunga il mio affettuoso ringraziamento, per tante stimolanti pagine che mi hanno allietato e fatto pensare.

Expò paesanotto

giugno 23, 2008

Milano ha legittimante conquistato il privilegio dell’Expò, grande vetrina internazionale di scambi e di eventi. Ma se il buon dì si vede dal mattino, alcuni ” fatterelli” per niente trascurabili, non sono un buon segno. La partita Italia-Spagna è finita ai rigori e gli spagnoli hanno vinto. In piazza Duomo, luogo per eccellenza dei raduni di massa, mentre la maggioranza dei tifosi delusi rientrava a casa, gruppetti di facinorosi inseguivano malcapitati turisti iberici. Questi emeriti teppisti hanno aggredito e insultato giovani ragazze e ragazzi, tirando loro addosso di tutto, bottiglie, sedie, ecc. Bella pubblicità per Milano!   Si dirà che, gli hooligans ci sono in ogni città. I violenti con cervelli escrementizi non hanno patria. Ma la nota “tolleranza zero” e “ordine e decoro” valgono solo contro i rom? Coi vandali paesani si chiude un occhio? Altro fatterello alquanto grottesco e poco internazionale. Alle sfilate di moda, ( questa città è il regno del fashion) la geniale stilista londinese Vivienne Westwood, ha mandato in passerella modelle stile gipsy, insomma una collezione zingara. Subito è scattata la contestazione di una nota assessora che ha “in gran dispitto i nomadi”. Ironia e piano simbolico sono emigrati in altri emisferi. Il top del ridicolo o del provinciale? A scelta. Suggerimento per non avere noie. Vestite le modelle con mise da villanelle, un pret-a-porter strapaesano sarà certo più gradito…. quanto ai turisti spagnoli potrebbero aver votato Zapatero. Come dire peggio della vittoria agli Europei!