Archive for aprile 2008

Primo maggio

aprile 30, 2008

Domani è il primo maggio. AB. Arthur e il suo alter ego, non lavorano e augurano buona festa a tutti.

Tudor story- L’altra donna del re

aprile 30, 2008

La famiglia Tudor ” buca” il grande schermo. Dopo Elisabeth con Cate Blanchett e Joseph Fiennes, regia dell’anglo-indiano Shekhar Kapur del 1998, e il sequel, Elisabeth-The golden age, stessa attrice e regista, del 2007, ecco la storia del babbo Enrico VIII, che prima si porta a letto Mary Bolena e poi si dedica alla sorella, l’ astuta, intrigante Anna, che dopo la nascita della futura regina, ci rimette la pelle. L’altra donna del re è un polpettone con ampie licenze storiche, confezionato in carta patinata e infiocchettato come una soap-opera, carinamente trandy. Mentre i primi due avevano un accativante ritmo, una certa atmosfera bilanciata fra sceneggiatura, costumi e la presenza scenica della magnifica interprete Cate Blanchet; qui ci trastulliamo alle gesta delle sorelle Bolein, con orrida famiglia appresso, prima rivali, e dopo solidali, l’una dolce e sottomessa, l’altra energica e caparbia, tanto che pare la caricatura di una proto-femminista. Il re, Eric Bana, fuori ruolo, meno grasso da come appare nei ritratti di corte, è lubrico e maialone quanto basta. Scarlett Johannson bella e fresca come una rosa ,fa del suo meglio per essere tiepidamente credibile. Altra cosa sono le sue interpretazioni con la regia di Woody Allen. Dal buio alla luce. Natalie Portman di glamour non inferiore a “sister Mary”, esegue il suo compitino, nella parte di Anna, provocante e sfortunata regina, con diligenza. Rutilanti costumi, qualche sbadiglio, un caramellino e non resta più nulla. Il regista Justin Chadwick, evanescente come una bolla di sapone, proviene dalla televisione ed è al suo debutto. E ciò si nota.

Si fa ma non si dice

aprile 30, 2008

Tutto si può dire su Vittorio Sgarbi, ma non, che non sia competente e intelligente. Il fatto riportato dalla Repubblica di oggi 30 aprile è questo: ” L’assessore alla cultura cambia nome ad una rassegna teatrale a tema omosessuale, per avere il patrocinio del comune. Lo stesso Sgarbi afferma di aver usato un escamotage per togliere ogni riferimento gay ed evitare uno scontro che avrebbe bloccato la delibera.” Ora la rassegna si chiamerà: “Liberi amori possibili-rassegna di teatro della diversità”; invece di “Rassegna di teatro omosessuale”. Che dire? La notizia si commenta da sé. Anche perché non accade ad un qualsiasi borgo della più bigotta provincia. Milano si è appena aggiudicata l’Expò, è la città della moda, dove i più noti stilisti non fanno mistero della loro condizione di gay. Parigi ha un sindaco omosessuale stimato dai suoi concittadini. Nella maggior parte d’Europa, gli omosessuali o si sposano o convivono legalmente con tutti i connessi diritti. Tutto ciò mi ricorda un ritornello , in auge nel  ventennio ” Si fa, ma non si dice”. Mia nonna già sbuffava. Mia madre, nemica di ogni ipocrisia mal lo sopportava. Per me, non più di tanto basita, è la conferma che l’onda grigia sale e a piegare la testa si rischia di affogare.

Bacchetta magica

aprile 29, 2008

Se con un colpo di bacchetta magica, cacciassimo dall’italico suolo tutti gli extracomunitari illegali ma pure quelli legali, accadrebbe così: le italiane baderebbero agli infanti e pulirebbero il culo ai vecchi e agli infermi, gli italiani riprenderebbero a rompersi la schiena per pochi euro, chi stagionale a cogliere pomodori e vari ortaggi, chi in campagna a lavorare e a mungere le vacche, altri negli ospedali a rovesciar padelle, pulire pavimenti, altri ancora nelle fabbriche o negli alti forni. E ancora lavori, mestieri pesanti, panettieri, pizzaioli, sterratori, pescatori, sguatteri… tutti quelli che fanno gli stranieri. Puffh….Via spariti tutti, via pure i cinesi-formicaio, coi loro stracci da due soldi, via pure le mignotte che impestano le strade, via…. sarebbe bello, far piazza pulita e star sicuri nei nostri focolari, fra i nostri idiomi, fra i nostri campanili. E Poi? L’economia, la U.E, accordi internazionali, commesse miliardarie, mercati in espansione, la globalizzazione… Siamo proprio certi, che è questo , quello che vogliamo!!!!

Compagni e camerati

aprile 29, 2008

La parola “compagno” è stata derubricata dalla sinistra intera, con poche patetiche eccezioni di vecchi ruderi. Cancellata, quasi con rossore;   pare si faccia fatica a dire:”compagno di banco”. Il vocabolo è ideologico, classista, anti-moderno ergo obsoleto. Altra sorte è accaduto al termine “camerata”. In questi giorni, a guardare fotografie e telegiornali , si nota un gran trionfo di saluti romani, di bandierone con le celtiche, di camerateschi abbracci. Forse non lo si griderà sfacciatamente, ma i vincitori si sentono, si parlano, agiscono da” camerati”. Senza vergogna, legalmente e con inaudito consenso.

Pensierino lampo

aprile 29, 2008

Un bravo leader di lungocorso, col pallino, del cinema e del “volemose bene”, ha scambiato il far politica, per un set cinematografico. Pensava di stare alla regia, ma al ciak, “si gira” , è volato via.

In tasca solo urlo di sirene

aprile 28, 2008

In tasca solo urlo di sirene

inferma città

portata in braccio dal trionfante.

Tra le pieghe incise della camicetta

là dove ringhia inchiostrale senso

niente fuochi,né pozze di sangue.

La guerra mai dichiarata

svanisce in un video

moneta di scambio al silenzio.

Applaudite,cari idioti,

applaudite

generali di celtiche

questuanti d’ordine

fanfare redazionali.

Obici slabbrati, decorazioni bugiarde

feluche di carta,

al rombo della cecità.

Compete a me spartire

rancio in fraternità

coi lupi.

Pensierino lampo

aprile 28, 2008

Se il” BUONISMO “non paga, è impopolare, masochista, disastroso, che avanzi una buona volta e al galoppo, il “CATTIVISMO” ma intelligente, lungimirante, e intransigente.

Caos calmo…no comment

aprile 28, 2008

All’uscita di Caos calmo, regia di Antonello Grimaldi, mi sono fiondata al cinema e ho visto il film. Dopo qualche mese di decantazione , rimango del parere di non esprimere alcun giudizio. Sarebbe fazioso, tranchant, e un po’ perfido. Alla base del film c’è l’omonimo romanzo di Sandro Veronesi. Scrittore di notevole talento per molti addetti ai lavori, autore di best-seller con eccellente consenso di lettori; per me sopravvalutato, iper-elogiato, gonfiato all’eccesso. Spiacente di ritenerlo un buon mestierante, abile e furbacchione, costruttore di storie banali, artificiose, fintamente profonde. Non tutti i gusti sono alla menta. Di sicuro l’influenza della lettura non ha giovato ad uno sguardo sereno del film. Eppure è stato un evento, e come tale ha raccolto grande successo, nonché polemiche, interviste a go go, clamore mediatico, reprimende catto-cinefile e gossip andante con moto… Ma anche tre David di Donatello: uno per la musica, uno per la canzone “L’amore trasparente” di Ivano Fossati, il terzo per il bravissimo Alessandro Gassman. Un’ ultima annotazione agli attori, colonne portanti del lavoro e un attestato di stima al”migliore”: Nanni Moretti.

Giorni e Nuvole

aprile 27, 2008

A Genova, mia città del cuore e d’elezione, si svolge la storia di Giorni e Nuvole, film di Silvio Soldini , uscito qualche mese fa e recensito con lusinghieri commenti. Ne parlo non tanto per il mio “debole genovese” , ma per celebrare i David di Donatello a due brave attrici, David come miglior protagonista e non protagonista femminile, all’ormai consacrata Margherita Buy e alla promessa Alba Rohrwacher. Il film racconta la vicenda di una coppia benestante e acculturata, che subisce il trauma di un evento imprevisto. Il marito per contrasti con i soci, perde il prestigioso e ben retribuito lavoro, la moglie che ha coronato il sogno di laurearsi in storia dell’arte e di dedicarsi al restauro, apprende lentamente la nuova realtà. Inizia uno slittamento verso il basso, con vendita della casa, compromessi, frustrazioni, disarmonia fra coniugi, che coinvolge anche la figlia ventenne già indipendente e di certo più positiva dei depressi genitori. Elsa, Margherita Buy saprà reagire e infondere fiducia al disorientato compagno, uno strepitoso Antonio Albanese. Conclusione: rimboccarsi le maniche e risalire la china con una solidale affettività ritrovata . Lo smarrimento di una famiglia borghese alle prese con l’improvvisa mancanza di lavoro e sicurezza economica è narrato con intelligente sensibilità dal regista che si avvale di un’eccellente sceneggiatura e dell’interpretazione fenomenale del cast attoriale. Con un merito in più, lo sfondo di una Genova  inquieta e bellissima fra preziosi affreschi, palazzi iper-moderni e degrado.